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Dove è nato il Babà

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Da sempre il babà è considerato uno dei dolci classici della tradizione gastronomica napoletana, e tutti lo ritengono infatti originario della città partenopea. Ma qual è l'origine del babà? Da dove viene realmente questo dolce? Vi raccontiamo qualcosa in più sulla storia di questo amatissimo dessert.

Dov’è nato il babà?

E qui l’amara verità: il babà infatti non ha origine napoletana, bensì polacca. L’inventore del babà pare infatti sia stato Stanislao Leszczyński, re di Polonia fino al 1736, raffinato "gourmet" e grande appassionato di dolci.

Purtroppo però il re era privo di denti, il che gli rendeva difficoltoso mangiare i dolci tipici della tradizione europea, che trovava troppo asciutti: da questa esigenza pare sia nata l’idea di un morbido dolce bagnato nel rum. Questa ricetta venne perfezionata poi dal pasticcere Nicolas Stohrer, al servizio di Maria Leszczyńska, figlia di Stanislao e regina di Francia.

Secondo un’altra versione più folkloristica, il re - un uomo dal pessimo carattere - era solito scagliare ciò che non era di suo gradimento contro muri e mobili: il fortunato babà si sarebbe schiantato contro una bottiglia di rum, finendo zuppo di liquore, ed il re, assaggiandolo, sarebbe rimasto estasiato.

Il nome babà

Anche l’origine del nome originale, babka, è dibattuta: secondo alcuni, re Stanislao era un appassionato lettore delle "Mille e una notte". Tra i tanti personaggi di quella sterminata raccolta di novelle, fu maggiormente colpito dal protagonista del racconto di "Alì Babà e i quaranta ladroni". Così, quando inventò quel suo dolce morbido e soffice, tutto intriso di rum, lo intitolò al suo eroe preferito.

Un’altra versione, forse più plausibile, fa riferimento alla forma delle gonne che le mature nobildonne di corte usavano a quel tempo (per l’appunto babka in polacco). Certo è che questo nome divenne babà in francese, ed in napoletano babbà.

Il babà a Parigi

Come detto, il babà arrivò a Parigi a seguito della figlia di re Stanislao, Maria (moglie di Luigi XV e regina di Francia) e del suo pasticcere, Nicolas Stroher. Qui in brevissimo tempo divenne la specialità della pasticceria parigina di Rue Montorgueil. Le ordinazioni fioccavano fittissime e dalla bottega di "maitre" Stohrer i morbidissimi babà, che si vendevano da due a sette e perfino otto franchi l'uno, uscivano a valanga.

Come è arrivato il babà a Napoli?

I grandi signori napoletani dell'ottocento spedivano a Parigi, quando non li accompagnavano, i propri cuochi per farli erudire sulla "haute cuisine". Così rientrando in patria, vi diffusero con clamoroso successo il babà.

Il merito di aver perfezionato e diffuso l’arte del babà, che richiede una particolare lievitazione ed una complessa preparazione per un risultato eccellente, va però indiscutibilmente alla città di Napoli, alla quale oggi è legato in maniera indissolubile.

La preparazione del babà

La ricetta del babà non è semplice ed immediata, anzi richiede un po' di esperienza e qualche esperimento o tentativo per riuscire al meglio. Quando ci si appresta a preparare un babà occorre fare attenzione soprattutto all'inserimento graduale degli ingredienti e a far lievitare bene l'impasto imbevuto nel rum. Una volta assemblato l'impasto bisognerà aggiungere le uova, che andranno amalgamate con attenzione al resto per ottenere un buon risultato. In un secondo momento, invece, andrà aggiunto il rum.

Esistono vari metodi per creare un babà perfetto, ma alla base di tutto c'è la scelta degli ingredienti. Quest'ultima può essere fatta in vari modi, ma la ricetta tradizionale prevede:

- 200 g di farina

- 100 g di burro

- Latte (1 bicchiere)

- 3 uova

- 30 g di zucchero

- Sale q.b.

- Acqua q.b.

- 10 g di lievito di birra

- Rum (1 bicchiere)

- Guarnitura a piacere (albicocche/amarene)

Le varianti

Per variare rispetto alla ricetta classica si potranno proporre altre versioni di questo dolce così squisito, solitamente a base di farciture golose tutte da assaggiare: ad esempio, i babà vengono spesso arricchiti con la panna montata o la crema pasticcera, oppure cosparsi di cioccolato o serviti con gelatina di albicoccheamarene sciroppate o altri frutti, che vanno ad intensificarne ulteriormente il sapore. La farcitura può anche essere inserita al centro del dolce: basta tagliarlo a metà e spalmare l'ingrediente desiderato.

Anche i modi di presentarlo sono molteplici e permettono di portare in tavola ogni volta una ricetta diversa, a partire dalla forma che si sceglie di dare al dolce. Modellando l'impasto, infatti, è possibile ottenere dolcetti piccoli da assaggiare in ogni momento della giornata, oppure vere e proprie torte o tortini, da affettare e spezzettare per essere degustate. Il diametro di un babà può essere compreso tra i 5 e i 7 cm ed arrivare fino a 35-40 cm: la sua grandezza dipende da come viene separato l'impasto, a seconda di come verrà consumato.

Il babà ha successo in ogni angolo d'Italia e viene apprezzato da grandi e piccoli in varie versioni. Qual è il vostro babà preferito? 

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